Siamo partiti alle ore 08,30 verso Piazzola Sul Brenta (PD) in 17 persone, in rappresentanza della nostra comunità, [ Don Paolo, Maria Teresa, Luciana e Roberto, Rita e Dario, Sisto, Mario, Antonella e Daniele, Antonio, Rosanna, Gianna, Antonietta e Giuseppe, Natalina ed il nostro accompagnatore prof. Bruno].
Il Restauratore, Prof. Erminio Signorini, ci ha accolti con la consueta cordialità, accompagnato dalla collega Ester.
Per l'occasione sono state ricomposte provvisoriamente, le due statue della Pietà, per poterci rendere conto oltre che dell'enorme lavoro già fatto ( e chi ha partecipato alla presente visita, se ne è avveduto) quanto ancora resta da fare nel tentativo di riportare il più possibile, le due statue all'aspetto originario.
Contemporaneamente a questo, i lavori proseguono a rilento a causa delle condizioni di forte degrado nelle quali si trovavano le due statue e nell'intento di pulire, consolidare ed in alcune parti anche ricostruire il legno consumato dai tarli e dal tempo.
Ci ha fatto presente il Prof. Erminio, che questa è anche una scuola con allievi ai quali peraltro non possono essere affidati questi particolari lavori e più di due persone alla volta (uno per statua), non possono dedicarsi a queste attività svolte particolarmente nel tempo libero, lavorando con bisturi, lenti di ingrandimento e pennellini. (Il lavoro duro su una superficie di 10 cmq, ha richiesto otto ore di delicato intervento, per evitare di danneggiare gli stati sottostanti, che nel tempo erano stati aggiunti, per "abbellire" e nascondere i danni causati dal tempo ed in particolare da una miriade di tarli).
I lavori dunque non sono finiti e solo chi ha visto, può rendersi conto di quanto rimanga ancora da fare. Le fasi più "critiche" son state superate ma il lungo lavoro di recupero, prolungherà l'attività ancora per diversi mesi.
L'obbiettivo è quello di riuscire nell'intento, entro la Festa dell'Addolorata del 15 Settembre p.v..
Chi a suo tempo ha finanziato il restauro, mettendo a disposizione una certa cifra (non indifferente) non poteva prevedere l'enormità dei lavori da fare (neppure il restauratore poteva saperlo), ed ora che i costi sono fortemente lievitati, i restauratori stanno lavorando solo per passione, impegno preso e grande rispetto per la devozione popolare a questa nostra Madonna Addolorata, legata ad una tradizione di più di tre secoli.
La nostra "pazienza" ed il rispetto per il grande lavoro che sta per essere completato, ci portino ad essere solidali con chi opera duramente per la nostra Addolorata e per noi.
La parte destra del volto del Cristo in fase di ultimazione |
La parte destra del volto di Maria, in fase di lavorazione |
La striscia verticale di colore corrisponde al recupero finale di questa parte della statua |
Veduta delle parti più avanzate del restauro |
Il recupero del basamento in legno, della Pietà |
I piedi del Cristo in cura |
Veduta provvisoria dell'insieme |
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La mano cadente del Cristo, consumata internamente dai tarli |
L'insieme delle due statue. Manca ancora la parte finale del braccio cadente del Cristo, maggiormente consumata dai tarli e da precedenti restauri eseguiti in modo sommario. |
Gli strumenti di lavoro finora usati, per togliere i diversi stari aggiunti negli anni sulle due statue, nel tentativo di recuperare il più possibile, la fattura e l'aspetto originario della Pietà. |
Altre immagini di particolari del restauro
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Visita al Centro Restauro – Piazzola sul Brenta (Pd) - 09.07.2016 –
Arriviamo presto al mattino, un po’ in anticipo
sull’appuntamento, e Nino (il restauratore, prof. Erminio Signorini) già è là
ad aspettarci. Ci accoglie col suo sorriso ampio e sereno e ci introduce
all’interno dell’Istituto, illustrandoci alcune opere alle quali stanno
lavorando come scuola ed altre più degradate ed in stato molto precario, delle
quali si occupa lui personalmente in collaborazione con altri suoi colleghi
professionisti.
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MADONNA ADDOLORATA di LUGHEZZANO - Gli strumenti del restauro delle due statue. |
Subito mi dà la medesima sensazione dell’aver
accesso ad una casa di cura per ammalati cronici, ma non un Hospice, senza
speranza. Mentre ci descrive brevemente statue e tele sulle quali stanno
lavorando con gli allievi, aggiunge: “qui se le opere da recuperare, non sono
‘gravi’, non ce le portano!”. Più avanti, entriamo in “sala operatoria”; su un
tavolo stanno allineati alcuni bisturi chirurgici.
Coricate e coperte vediamo finalmente le due statue
lignee; separate ma vicine e subito non ho tempo di realizzare quello che provo
nel vederle così spogliate, così frammentate nelle varie parti corporee in fase
di “operazione”. Nino ci fa capire, che
in tutto questo tempo, è stato come eseguire una lunga serie di interventi
chirurgici che ogni volta hanno portato alla “scoperta” di situazioni croniche
più profonde, che avrebbero richiesto ulteriori interventi, tra mille incognite
sull’opportunità di andare avanti o arrestarsi difronte al rischio di perdere
ogni speranza di un buon esito di recupero.
Ci descrive l’ultimissima scoperta: il braccio
cadente del Cristo, già intensamente degradato e decomposto dai tarli, nella
parte più alta sotto la spalla (ci spiega il restauratore), presentava i segni
di una antica, sommaria riparazione che hanno portato alla necessità di
togliere gli strati protettivi a suo tempo incollati, per nascondere e riparare
alla meglio, quanto di marciume che stava sotto.
Vari strati di vere e proprie garze chirurgiche,
una volta tolti delicatamente col bisturi, hanno portato alla luce un vecchio
distacco dell’arto, appena sotto la spalla, che già si presentava al tatto,
instabile e flaccido. A questo punto l’ulteriore sconcertante scoperta: in
corrispondenza della testa dell’omero, un foro profondo diversi centimetri, che
ha comportato la completa rimozione dei cumuli di polveri lasciate negli anni dalle larve di insetti. (vedi Nota:1)
A tal punto di questa ulteriore “scoperta”, il
ripristino del braccio ha comportato la ricostruzione interna del legno, con
resine e frammenti di legno più leggero, che favorisce la dilatazione o
restringimento delle parti legnose, in base all’umidità e temperatura
dell’ambiente, negli anni.
Di seguito il prof. Signorini, ci ha mostrato
l’avanzamento delle fasi di restauro della parte posteriore del piede sinistro
della statua della Madonna (che tempo fa ci aveva documentato con alcune
fotografie); questo elemento è stato completamente ricostruito con la tecnica
sopra descritta, dopo la “scoperta” di un incavo molto profondo causato dai
tarli (anche questo pieno di polveri), che era stato mascherato negli anni, con
una tela inchiodata sopra la “ferita” e dipinta con la stessa tinta del
vestito.
Le statue attualmente (particolarmente quella della
Madonna), appaiono quasi completamente ripulite dai vari strati di diversi
colori e stuccature sommarie, che erano
stati aggiunti nel tempo, evidenziando una miriade di fori dei tarli
(ricordiamo che le statue sono dell’inizio del 1700 e che quindi in diverse
occasioni saranno state sottoposte a riparazioni e “bonifiche” fatte alla buona.
Particolarmente la parte anteriore della statua di Maria, ha riportato alla
luce i colori iniziali attribuiti alla veste (blu scuro), che saranno in
seguito ripristinati.
Anche la pulitura degli strati superficiali,
aggiunti ai volti delle due statue, riportano alla vista, gli aspetti ed i
colori originari e ridonano bellezza e leggerezza ai profili. Quello del Cristo
non ancor completamente ripulito, evidenzia nella parte sinistra, già lavorata,
le notevoli differenze cromatiche rispetto alla destra ancora da ripulire.
Ho potuto “tenere in mano”, la mano del braccio
destro cadente del Cristo, ora risanata e alleggerita che ha richiesto al
restauratore moltissime giornate di lungo lavoro delicato e certosino;
fisicamente col bisturi in mano.
Prima di lasciare il Centro di Restauro, Il prof.
Signorini ci mostra altre opere in fase di restauro (tra le quali, la tela del
San Carlo di Corrubio di Grezzana, che sta recuperando la sua originaria
bellezza).
Erminio Signorini, ci lascia con una
raccomandazione: “non fatemi fretta” dice; non è ancora possibile avere una
data di fine lavori e non si sbilancia nemmeno alla richiesta di qualcuno di
noi, se possano aver fine in occasione della Sagra dell’Addolorata (02 Aprile
2017).
Chi ha visto, non può che dargli ragione; il lavoro
da fare, con grande competenza ed un scrupolo molto evidente, lasciano senza
parole.
D'altronde, questi due “pazienti” che aspettiamo
con trepidazione, avevano entrambi una malattia molto invasiva che richiede
tempi di cura molto lunghi; non avrebbe nessun senso avere fretta! L’essenziale
è che siano in buone mani e che tornino ben guariti ed in forza. La provvidenza
ha voluto che i lavori venissero commissionati per tempo; passando ancora
qualche anno, non si sarebbero più state possibilità di recupero.
____________
Nota:1 - Questi insetti, catalogati come xilofagi
e che si suddividono in: coleotteri,
imenotteri, isotteri (ecc…) impegnano
cicli di crescita e di maturazione delle larve dentro al legno, che possono
richiedere anche 5 anni, fino a dover poi trovare vie d’uscita per potersi in
seguito accoppiare, deporre le uova e riprodurre, per poi riprendere il loro
ciclo vitale, all’interno del legno. I fori dei tarli quindi, non sono altro
che le vie d’uscita delle larve adulte che poi diventeranno insetti alati.
Dario Z.
Particolare del volto della statua in restauro: fase di recupero della bellezza originaria del volto
MADONNA ADDOLORATA di LUGHEZZANO -
Particolare posteriore della statua in restauro
Particolare posteriore della statua in restauro
MADONNA ADDOLORATA di LUGHEZZANO -
Particolare posteriore della statua in restauro: sagoma del piede sinistro in ricostruzione.
Particolare posteriore della statua in restauro: sagoma del piede sinistro in ricostruzione.

MADONNA ADDOLORATA di LUGHEZZANO -Particolare della statua in restauro: in primo piano la mano sinistra.

MADONNA ADDOLORATA di LUGHEZZANO -
Particolare della mano destra del Cristo in ricostruzione della struttura interna.
Particolare della mano destra del Cristo in ricostruzione della struttura interna.

MADONNA ADDOLORATA di LUGHEZZANO -
Particolare del volto della statua del Cristo in restauro:
Particolare del volto della statua del Cristo in restauro:
a sinistra la fase di pulizia e recupero dell'aspetto originario.

MADONNA ADDOLORATA di LUGHEZZANO -
Il volto in restauro: recupero dell'aspetto originario.
Il volto in restauro: recupero dell'aspetto originario.

MADONNA ADDOLORATA di LUGHEZZANO -
Particolare del deterioramento (recentemente scoperto)
Particolare del deterioramento (recentemente scoperto)
della parte alta del braccio destro del Cristo.

MADONNA ADDOLORATA di LUGHEZZANO -
Profilo del busto della statua in restauro: recupero dei lineamenti originari.
Profilo del busto della statua in restauro: recupero dei lineamenti originari.
Altre immagini del degrado della statua lignea dell'Addolorata
- 07.06.2016 -
Parte posteriore della statua (dietro la gamba sinistra)
Il foro rimasto dopo la pulitura dalla polvere dei tarli
Profondità dei fori nel legno degradato
IL RESTAURO DELLE STATUE LIGNEE DELLA PIETA'
Alcune immagini
Il volto dell'Addolorata |
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Il volto del Cristo |
Particolare braccio destro del Cristo |
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Il braccio destro del Cristo |
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Particolare del braccio destro del Cristo, consumato dalle termiti |
La statua della Madonna: particolare posteriore delle fasi di restauro |
Il piede destro della Madonna |
Particolare del piede destro |
Mano del Cristo |
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