mercoledì 7 dicembre 2016

MADRE ANTONIETTA DALLA VECCHIA - CANOSSIANA

Le Figlie della Carità, Canossiane
Provincia d'Italia "S. Maddalena di Canossa",
hanno realizzato un piccolo opuscolo che riassume brevemente il cammino di vita, percorso da Suor Madre Antonietta Dalla Vecchia, tornata al Padre a Poiano (VR) in data 01.09.2016 all'età di 92 anni. -
Madre Antonietta, ha vissuto il suo apostolato per molti anni della sua giovane vocazione religiosa, a Lughezzano (Verona), curando noi che eravamo bambini, prima all'asilo e poi al catechismo.
Ha lasciato un segno indelebile in quanti l'hanno avvicinata e conosciuta. Mite, paziente e sempre con uno splendido sorriso sulle labbra, sapeva infondere serenità e forza d'animo.
Incitava tutti a pregare, pregare molto.
Mi è rimasto nel cuore un suo insegnamento che non potrò mai dimenticare; durante la Santa Messa, al momento dell'elevazione dell'Ostia e del Calice, dopo la consacrazione, ci insegnava a ripetere sempre l'attestazione di Fede: "Signore mio e Dio mio" .
Questa esortazione imparata da lei, mi accompagna tutt'ora e mi fa ricordare spesso Madre Antonietta. 
Ecco il testo completo dell'opuscolo realizzato dalle Suore Canossiane, sulla vita santa di Madre Antonietta:


Madre Antonietta Dalla Vecchia
Canossiana

Figlia della Carità - Serva dei Poveri
n. Sovizzo (VI) 14.10.1923  
+ Poiano (VR) 01.09.2016

" Ti benedico Padre perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli ... "
La lunga vita di M. Antonietta è stata un esempio luminoso di bontà, di dolcezza e di un grande amore per Gesù, per la sua cara Madonna e per tutti indistintamente, piccoli, anziani; per ognuno sapeva trovare la parola giusta e comunicava sempre pace e serenità e speranza.
Antonietta nacque a Vigo di Sovizzo (VI) il 14 ottobre 1923, primogenita di sette fratelli. Visse una infanzia serena circondata dall'affetto dei genitori, persone buone, semplici e ricche di fede che vivevano del proprio lavoro fiduciose nella divina Provvidenza.
Madre Antonietta ha raccontato lei stessa come ha maturato la sua vocazione canossiana che ha sentito fin da bambina, quando stava giocando nel prato con suo fratello Francesco, mentre il papà zappava nel campo. Ad un certo punto il papà si è seduto accanto e ha parlato ai due bambini, ecco il suo racconto.

" Avevo più di 3 anni e mezzo, il papà ci parlò di Dio, dei sacerdoti e delle suore, dei bambini delle missioni che non conoscono Dio e non hanno la mamma che li cura .... poi rivolto a me disse: tu vai mònega? Sì, risposi e da quel momento mi si spalancò un orizzonte grande dove c'erano delle donne vestite di bianco che andavano a cercare i bambini abbandonati per istruirli. Quel sì non si è più spento!
Il mio papà è stato il mio primo padre spirituale che curò la mia vocazione come curava le pianticelle del campo. Grazie Gesù che mi hai dato un papà e una mamma santi; una mamma buona, mite, silenziosa, povera di cultura, ma ricca di fede e di speranza. Sempre sofferente, ma generosa, non faceva pesare su nessuno i suoi malanni. Ha accolto sette figli, rischiando anche la vita, nella povertà, nella tribolazione .... senza acqua, senza luce.
Non ha opposto difficoltà quando a 14 anni ho chiesto di partire perché volevo farmi suora. C'era tanto bisogno del mio aiuto, io ero la maggiore delle figlie, ma a Dio si doveva dire sì, il suo sguardo dolce mi parlava con gli occhi... ricompensa tu, Signore, la mia mamma e il mio papà.
La nostra casa era come un piccolo tempio. Le preghiere e il rosario della sera, le belle novene dell'Immacolata con il canto del “Tota Pulchra” e la novena di Natale con l'antifona: "O chiave di Davide .... " mi figuravo una grande chiave che apriva la porta del paradiso grazie Gesù, per l'amore seminato nella mia infanzia e fanciullezza, felice nell'aria pura dei boschi. il canto degli uccelli fra le mie pecorelle che mi lasciavano tranquilla sull'albero a leggere la vita dei santi ed erano pronte al mio richiamo quando si allontanavano troppo ....
Ci sono state anche le sofferenze, la malattia del papà, le angosce della mamma, le tribolazioni della povertà, il lavoro ... ma nella nostra casetta nel bosco c'era un piccolo paradiso.

Tuttavia il desiderio di farmi missionaria era sempre vivo e a 14 anni mi pareva già di aver fatto aspettare troppo il Signore che mi chiamava. Il parroco don Domenico Zambon mi aveva consigliato di restare in casa perché la mamma ammalata aveva bisogno del mio aiuto essendo io la figlia maggiore. lo però non potevo far attendere Gesù che mi chiamava, e ho risposto che, se partivo, la mamma sarebbe guarita, mentre restando a casa avrebbe continuato a fare l'ammalata. (infatti la mamma guarì..) Alla fine il parroco mi accontentò e mi mandò a Vicenza dalle Canossiane, in via S. Croce. Mi accompagnò il papà con la bicicletta e durante il tragitto mi fece una bella predica dicendomi di obbedire ai superiori come a Dio, che non temessi il sacrificio e che in paradiso ci saremmo ritrovati tutti.
Arrivati all'Istituto, trovai due delusioni. Quando il papà disse alla Madre che ci ha accolto che io desideravo entrare per essere missionaria, lei rispose che ero troppo piccola di statura e mio papà lo vidi così mortificato che disse: anche S. Paolo era piccolo, tanto che lo calarono dalla finestra per salvarlo.
La seconda delusione fu che non mi fecero entrare subito in noviziato. Mi hanno accolta come aspirante e dovevo aiutare qua e là e io mi dicevo: potevo stare a casa ad aiutare la mia mamma .... mi trovai così a una svolta, con tante difficoltà e sofferenze profonde. Per il mio carattere timido ero incapace di manifestare le mie fatiche, la poca delicatezza di Madre N.N. che mi faceva pesare la mia povertà, il pane che mangiavo era il pane della carità, ed era vero.
Grazie, Signore, per le mie lacrime che hai raccolto dal balcone che guardava la basilica di Monte Berico, oh! la Madonna! Grazie per avermi fatto incontrare Madre Bakhita, lei pregò per la mia perseveranza. Grazie perché hai vinto in tutto e su tutti e, nonostante tutto, mi hai fatta tua per sempre.

L'8 settembre 1940, entrai in postulandato a Verona. Ero felice, ma dopo alcuni mesi sono piombata negli scrupoli che mi fecero soffrire molto. La Madre Maestra mi mandò in aiuto alla scuola Materna per alcune ore: un disastro. .. i bambini di 3 anni mi scappavano fino in fondo all'orto, sotto i portici e non riuscivo più a radunarli. Mi venne perfino l'itterizia e non riuscivo più a mangiare.
Fui mandata allora a Poiano con le Novizie e mi ripresi, ma ritornarono gli scrupoli tanto che, tornata in Casa Madre, una mattina dopo la comunione, dissi a Gesù: "vado a casa dalla mia mamma". Allora per la prima volta, sentii chiara la voce di Gesù che disse: "se mi lasci per andare dalla tua mamma, te la porto via". No, no, esclamai, lasciala ai miei fratelli". Da quel momento non ebbi più scrupoli, sentii che Gesù mi amava così come ero. Stetti nella pace con il desiderio di amare tanto Gesù e di farmi santa.
Perché ho scritto queste cose? Per ringraziare Gesù che è stato infinitamente buono con me e per ringraziare l'Istituto che mi ha tenuta fra le sue mura nonostante non avessi alcuna dote, fisica, morale, materiale."

Con questa consapevolezza e tanta gioia in cuore, Antonietta prosegui nel cammino del noviziato e il 7 settembre 1943 pronunciò i Primi Voti. 
Il 3 ottobre 1948 con la Professione Perpetua confermò il suo Sì per sempre a Dio.
Leggendo le sue "memorie", possiamo intuire come la virtù dell'umiltà e la filiale confidenza in Dio siano state le caratteristiche peculiari della sua identità di Figlia della Carità Serva dei Poveri che l'hanno accompagnata fino alla morte. Lungo il cammino, M. Antonietta ha scoperto che la missione non consiste nel partire per terre lontane, ma è vivere la Volontà di Dio e far conoscere Gesù dove l'obbedienza ci manda.
Con questa consapevolezza, si è resa sempre disponibile ad ogni richiesta dei superiori. Prima a Fidenza e poi a Lughezzano con i piccoli della scuola materna ha espresso la sua tenerezza e premura per i bimbi e per le mamme e in parrocchia con l'insegnamento del catechismo. In seguito come superiora per oltre 30 anni nelle diverse comunità: Lughezzano, S. Pietro in Elda, Nove, Magreta, Soncino, Bologna, S. Prospero, Bassano Viale dei Martiri.
Dal 1997, a Legnago nella piccola comunità "S. Maddalena" e poi a Casette e Domus Pacis, è stata sempre una presenza accogliente e premurosa e ha trovato il modo di esprimere le sue delicatezze verso le persone anziane perché "soffrano con Gesù" cercando di portare loro la parola di fede e soprattutto la comunione a chi lo desiderava.
Ha scritto nel suo diario: " Dio è Amore e merita tutto ... La nostra gioia e riconoscenza dobbiamo cantarla con il cuore, con gli occhi, con la vita. L’amore per il prossimo viene di conseguenza ... " e pregava: "Gesù fammi splendere per riflettere te, luce del mondo, ardendo d'amore."
Non sono mancati nel suo cammino momenti e tempi prolungati di "fatica" di oscurità, di sofferenza intima della "notte oscura" in cui Dio sembra lontano, come si evidenzia dalle sue note intime: 
"Gesù è il mio tesoro. Però in questo tempo mi sento una svanita e intontita, senza vita e senza entusiasmo ... sento Gesù lontano da me e questo mi dà grande tristezza. Maria, Mamma mia, aiutami, fammi incontrare e abbracciare Gesù e mi basta... vieni Gesù , mostrami il tuo volto".
Nonostante tutto, non viene meno la sua confidenza affettuosa e filiale con Gesù. Dopo qualche tempo, nell'agosto del 1987, scrive: "Oggi ho capito una grande cosa. Spesso mi sento dire parole di elogio e questo mi umilia profondamente come ricevessi uno schiaffo, oppure mi indispettisce, perché non vedo niente di reale, in me vedo solo miseria, peccati, infedeltà ... mi sento di fronte a tutti come un'impostora.:., Ma Gesù nella comunione mi ha fatto capire che non devo perdere la pace ... anzi questo è uno stimolo di cui Dio si serve per spronarmi quando sono distratta e mi avvilisco, è un richiamo alla santità, Egli mi vuole tutta per sé ... è Lui che vive in me e gli altri lo devono scorgere e quando lo scorgono devo dar lode a Dio."

La pace è ritornata ed esprime il suo grazie:
"Grazie, Gesù, sei venuto e mi hai perdonato. Grazie perché mi hai ridato la pace, la speranza, la gioia, l'entusiasmo. Aiutami a mantenere vivo il fuoco perché mi basta un soffio di vento per speqnerlo".
La vita di Madre Antonietta, anche nelle obbedienze vissute con fatica è stata veramente un continuo esercizio di adesione al progetto di Dio, che lei ha realizzato lungo i giorni donando sempre, senza stancarsi, cercando di essere per tutti motivo di gioia e donare pace, comprensione, fiducia, con pazienza e tanta carità. E' questa la strada scelta da M. Antonietta per far conoscere e amare Gesù, unico tesoro e centro della sua vita. Questo spiega perché è rimasta nel cuore delle persone e in particolare degli abitanti di Lughezzano (VR) che, fin dagli anni della Scuola materna, hanno ricevuto dalla Madre "affetto e cure amorevoli" e si sono sentiti accompagnati e guidati fino all'età matura.

Padre Flavia Ferrari, oggi missionario in Costa d'Avorio, "cresciuto e formato sotto la guida di M. Antonietta", alla notizia della sua morte, scrive: " ... ha amato tanto il suo Gesù e ce lo ha fatto amare, con la sua Mamma, la Vergine Maria .... le cose della nostra infanzia restano impresse per tutta la vita.
Io vedevo in lei una santa suora, quello che diceva lo metteva in pratica.
Segno della sua gioia spirituale e umana era il suo costante sorriso, il suo ricordo e amore per tutti. Per lo morte di una santa persona come questa non si piange, ma si deve far festa e cantare ai funerali con tanta gioia: In paradiso ti accolgano gli angeli, i santi, la Vergine Maria e il tuo carissimo Sposo Gesù .... Persone come Madre Antonietta non sono da dimenticare, ma da imitare e pregare ... dal paradiso si ricordi sempre di noi e ci aiuti a camminare per la sua strada gioiosa di fede e di amore per il prossimo". -

Con il passare degli anni le forze si sono affievolite, ma il suo amore e zelo per il bene non è venuto meno. Il suo rapporto intimo, confidente e affettuoso con il Signore e con la cara Madonna si è fatto sempre più profondo nei suoi lunghi colloqui diurni e notturni.

Stralciamo ancora dalle sue preghiere:
"Gesù mi ha dato non molto, ma moltissimo io devo dargli tutto .... Gesù, sono tua, ti amo! Fa' che io veda il tuo volto, apri il mio cuore a una fede più forte, a un amore più grande... Maria, speranza mia, ottienimi una fede forte per poter animare quanti avvicino!"

La sua offerta silenziosa e la preghiera intensa e costante abbracciava tutti, vicini e lontani. Tutta la sua vita, orientata al Signore, è stata vissuta in preparazione all'incontro finale con Lui, nella consapevolezza di essere da lui accolta, in compagnia della dolce Madre celeste, dopo averlo desiderato e servito nei fratelli per tutta la vita.
Il 25 novembre 1988 scriveva: 
Madre (E .. ) offre oggi un rosario per me: Mamma accettalo e concedimi questa grazia: aiutami a prepararmi bene all'incontro con Gesù, ad andare incontro a Lui con gioia, con fiducia, con abbandono ... e a non disturbare e far tribolare nessuno, un venire a Gesù, senza chiasso, silenziosamente. 
Vorrei solo una cosa: che non suonassero le campane a morto, ma a festa, perché entro nella vita accompagnata dagli Angeli al suono delle trombe celesti. E poi ci sei tu, Mamma che mi presenti a Gesù e c'è Santa Maddalena, mia Madre e circa seimila consorelle con tutto il Paradiso che mi attende ... sarà grande festa!"
Quante volte, anche negli ultimi tempi, fino all'ultimo respiro, lo ha invocato: "Gesù, vieni a prendermi, sono pronta! " .
Gesù è venuto all'alba di giovedì 1 settembre 2016 e Madre Antonietta è entrata serenamente con lui alle nozze eterne dove può cantare il suo magnificat per sempre.
Grazie, madre Antonietta, per quanto hai donato. Dal cielo ricordati della tua sorella Annamaria, di tuo fratello Giuseppe e di tutti noi che siamo in cammino su questa terra. Continua ad accompagnarci con il tuo sorriso e la tua preghiera. GRAZIE.





Figlie della Carità Canossiane
Provincia d'Italia "S. Maddalena di Canossa"



Figlie della Carità Canossiane - Provincia d'Italia "Santa Maddalena di Canossa"
L'opuscolo delle Suore Canossiane, sulla vita santa di Madre Antonietta

Anni '50 a Lughezzano
Madre Antonietta neglia anni '50 a Lughezzano

Scuola Materna anni '50 -
Madre Antonietta Dalla Vecchia con i bambini della scuola materna (anni '50)


Madre Antonietta Dalla Vecchia in una immagine recente



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