Altare della Madonna dei Sette dolori -
[ Il delirante entusiasmo della folla scoppia in applausi, e "viva Maria" ].
La devozione alla Madonna caratterizza la pietà del popolo di Lughezzano. Prima ancora che fosse istituita la parrocchia, la gente del luogo aveva deciso di erigere un altare dedicato alla Vergine. Furono dapprima alcune persone a destinare somme consistenti per tale scopo specifico. Giobatta Zampieri, zio di don Domenico, aveva lasciato nel suo testamento 50 ducati; lo stesso cappellano don Domenico, per sua devozione, aveva promesso 25 ducati; Giovanni Antonio Cristofori, prima di morire, aveva raccomandato al suo erede, il nipote Domenico Cristofori quondam Piero, di destinare 50 ducati per l'altare nuovo da costruirsi; Lonardo Ferrari quondam Giacomo aveva detto di impegnarsi per 7 ducati. In tutto erano già disponibili 132 ducati.
Quando ormai le cose erano mature, il massaro Giuseppe Stevanoni, dopo aver ottenuto il necessario permesso dal nobile Ridolfo Ridolfi, Vicario della montagna, col solito segno della campana convocò la vicinia, alla quale il 29 marzo 1708 parteciparono più dei due terzi degli
aventi diritto:
I due consiglieri Michele Merzi e Domenico Cristofori; Lonardo Ferrari; Giacomo, Giovanni, Simone, Giuseppe e Lorenzo Zampieri; Bartolomeo, Giacomo e Giuseppe Merzi;
Pier Antonio Riva; Bernardo Stevanoni;
Andrea quondam Giacomo e Andrea quondam Gerolamo Marogna; Valentino Morandini.
I 17 presenti, informati "dalli reggenti di detta loro comunità trovarsi alcuni legati disposti da persone pietose ordinati da essere impiegati a beneficio et honore di Dio et della loro Ven. Chiesa di San Bernardo et bramando questi siino impiegati, giusta l'intenzione dei benefattori" decidono di impiegarli "nella fabbrica et costruzione d'un Altare in detta loro Ven. Chiesa di San Bernardo sono l'invocatione et nome della Beata Vergine Maria". Nel contempo però, poiché la spesa sarà sicuramene maggiore dei soldi fino a quel momento disponibili, viene loro fatta la proposta di concorrere economicamente alla costruzione dell'altare e di "obbligarsi in perpetuo pur anco al mantenimento et conservatione del suddetto Altare". La proposta, pur estremamente impegnativa perché vincolava i presenti e gli assenti della comunità di Lughezzano, e i loro eredi e successori, fu approvata con 16 voti a favore e un solo voto contrario.
Fin dal 1692 papa Innocenzo XII aveva autorizzato la celebrazione dei Sette dolori della beata Vergine e dal 1714 la sacra Congregazione approvò la celebrazione dei Sette dolori di Maria il venerdì precedente la domenica delle Palme, che a Lughezzano divenne la festa principale insieme con quella del 15 settembre.
Fu don Domenico Zampieri ad adoperarsi per l'istituzione a Lughezzano della Compagnia di Maria Vergine Addolorata: la bolla pontificia di istituzione è del 18 marzo 1712 ; l'approvazione di Venezia venne firmata il primo ottobre 1712 e il vescovo di Verona la approvò in modo definitivo il 5 dicembre dello stesso anno.
Il 28 maggio dell'anno seguente i confratelli elessero come primo massaro della Compagnia Giovanni Morandini, figlio di quel Gregorio che fu uno dei protagonisti della storia di Lughezzano negli ultimi anni del Seicento. Poiché spettava a lui scegliersi due consiglieri Giovanni nominò suo zio Valentino e Lonardo Ferrari.
Nella Domenica di Passione, la domenica precedente la Pasqua, viene celebrata la festa della Madonna Addolorata. Fin dall'erezione dell'altare dedicato alla Madonna dei Sette dolori la chiesa di San Bernardo diviene meta dei pellegrini di tutta la montagna veronese che accorrono a Lughezzano per pregare e chiedere la protezione della Vergine. Per avere un'idea di che cosa rappresentava tale festa nel passato, basta leggere le memorie redatte dal parroco di allora, don Gaetano Trettene.
Possiamo prendere quello che scrisse nel 1907. " Domenica di Passione 17 marzo 1907: sagra dell'Addolorata. Fu preceduta dalle sante missioni, 7 giorni di predicazione dall'Il al 17 marzo, 2 prediche al giorno, fatte dal padre Emmanuele Zanotelli, stimatino di Verona, bravissimo. Nella settimana precedente fu restaurata l'Immagine dell'Addolorata col Cristo ex novo da Cadi Albetto indoratore di Verona, e fu fatto l'abito nuovo alla Madonna in seta violacea, fatto da Tessarolo Clelia, levatrice di Corbiolo e di questi luoghi, con le offerte di Lughezzano e devoti, contrade dei dintorni. Chiesa adornata con soliti addobbi da Zanella Beniamino di Cerro. Tempo un po' ventoso, ma bello con sole.
Vi fu intervento numerosissimo di popolo alle prediche e alla sagra e processione. Fu fatta la comunione generale alla domenica e furono dispensati a quelli che si accostarono alla Comunione generale circa 500 ricordi delle missioni, scritti sopra un santo della Madonna. Intervennero di aiuto alle confessioni parroco di Erbezzo, don Rossi Serafino, don Cappelletti Umberto di Chiesanuova, don Cesare Piazzola di Corrubio, don Aldrighetti Giuseppe di Lugo, don Silvio Padovani parroco di Cerro, don Giovanni Tagliapietra curato di Cerro e il curato locale don Celso Spadina. Fu fatto il palco al predicatore. Il 21 e 23 marzo fu celebrata messa bassa e nel 22 marzo venerdì fu cantata messa per iscritti vivi e defunti della Compagnia dell' Addolorata.
NB. Furono fatte fare anche 2 vetrine e poste ai lati dell'altare della Madonna per attaccarvi i regali fatti alla Madonna dai devoti. Fattura dell'indoratore Carli Alberto, come sopra. Più al lunedì mattina fu fatto un Ufficio per i morti, perché le Missioni, oltreché essere di vantaggio per i vivi fossero di sollievo per i defunti, e ciò per invito del predicatore".
Sempre il Trettene, nel 1914, scrive: " Il concorso fu numeroso al triduo e alla domenica fu straordinario, in modo insolito degli anni passati. La processione fu fatta numerosissima e devota dalla chiesa al prato di Erminio dalla parte della pozza e fu fatto circolo grande attorno al prato verso la cappella Pistori e poi verso strada che va a Campesozzo. Furono portati 4 stendardi nuovi fatti dagli offerenti della Compagnia del Santissimo e offerta ovi da donne e cassa chiesa. Questi stendardi furono fatti da Lugarin di Verona (Righetti Silvio) con medaglia ai 2 celesti S. Giuseppe (sposi), S. Luigi (putei) e ai 2 bianchi S. Monica (spose) S. Agnese (putele)".
Particolarmente sentita dalla popolazione fu la cerimonia del 25 maggio del 1919. Il giornale "Il Corriere del mattino" del 18 maggio annuncia il programma della visita del vescovo cardinale Bartolomeo Bacilieri: "Gentilmente accondiscendendo all'invito di quei rev. Parroci, Sua Eminenza il Cardinale nostro Vescovo si recherà a Lughezzano per la solenne incoronazione dell'antica Immagine della Madonna Addolorata cotanto venerata in quel Santuario. Ecco il programma:
SABATO 24 MAGGIO: ore 10 arrivo dell'Eminentissimo Vescovo a Lugo e amministrazione della S. Cresima ai soli fanciulli della parrocchia. Ore 17,30 partenza da Lugo e arrivo a Lughezzano alle18.
DOMENICA 25 : ore 8 messa di devozione celebrata da Sua Eminenza con Comunione generale. Ore 10,30: Amministrazione della Santa Cresima ai soli fanciulli della parrocchia. Ore 15: Vespero cantato, seguito dalla solenne cerimonia dell'Incoronazione nella quale l'Em.mo Vescovo poserà sulla fronte della Santa Immagine il prezioso diadema, offerta votiva delle madri e spose di Lughezzano".
Lo stesso giornale riporta la cronaca della visita del Bacilieri:"Arrivò fra il suono delle campane e il sorriso del cielo e della natura Sua Eminenza con l'automobile, accompagnato dal suo segretario e dall' Arciprete di Boscochiesanuova. Lo precedevano due tenenti a cavallo, gentilmente e spontaneamente mandati dal capitano del Reparto Recuperi di stanza a Boscochiesanuova. lo ricevette il paese intero, sfilando davanti a Lui sotto gli stendardi delle proprie Confraternite, guidato dalle autorità religiose e civili.
Sulla porta della chiesa due bambini istruiti dalla sig.a Amabile Ferrari, con un mazzo di fiori diedero il benvenuto a S. Eminenza,che, appena entrato, venne salutato dalla buona schola del paese col mottetto del Perosi "Sacerdos et Pontifex". Ma la vera festa fu il giorno dopo domenica 25.
La chiesa parata per le straordinarie funzioni è gremita di popolo; all'altar maggiore un nuovo parapetto della ditta Lunari di Verona, bellissima riproduzione in bassorilievo della Cena di Leonardo Da Vinci, davanti l'altare della Madonna, l'Addolorata sulla sua seggiola. ( ... ). Per la funzione del meriggio una vera folla si era intanto riversata a Lughezzano dai paesi vicini. Alla fine del Vespro solenne cantato dalla schola del paese, S. Em. vestito degli abiti pontificali, entra in Chiesa, e per mezzora intesse magistralmente le lodi di Maria sopra il passo biblico "corona aurea super caput eius, expressa signo sanctitatis, gloria honoris et opus fortitudinis".
E una magnifica corona d'argento massiccio dorato lavorata a Parigi, colla scritta "per voto delle spose e madri di Lughezzano durante la tragica guerra mondiale 1914-19", aveva da porre sul capo all'augusta Regina. E quando, dopo la benedizione, gliela pone, il delirante entusiasmo della folla scoppia in applausi, e "viva Maria", coronati dal grandioso canto in massa di "Mira il tuo popolo". Il solenne Te Deum e la Ponrificale Benedizione chiudono la festa in chiesa, che fuori si chiude alla sera con una illuminazione alla veneziana e con fuochi artificiali" .
[Dal libro: “Lughezzano – Storia di una comunità e della sua chiesa”- Bruno Avesani -2007]